Continuiamo a parlare di ville romane, dopo aver dato un breve sguardo sulle ville d’otium del pianoro di Varano e della villa rustica di Sant’Antonio Abate passiamo ad analizzare le ville marittime della penisola sorrentina.
Collegate all’ager Stabianus attraverso la Via Minervia, che si allacciava alla Nuceria-Stabiae, troviamo la penisola Sorrentina. Anche qui dopo la guerra sociale iniziarono ad essere costruite le cosiddette ville marittime che si differenziano dalle ville d’otium e dalle ville rustiche. Esse erano infatti formate da una pars rustica dedita all’agricoltura, all’allevamento del bestiame e alle attività produttive, e una pars maritima provvista di peschiere e di strutture legate alla vita commerciale e marittima. In particolare nelle peschiere si allevavano varietà ittiche pregiate con dispendio di elevate somme di denaro, spesso come simbolo di ricchezza e in alcuni casi anche come fonte di guadagno come avvenne per Sergio Orata. La zona residenziale era lussuosa con ambienti finemente e artisticamente decorati con pavimenti in mosaico, ampie piscine, ninfei e terrazze a picco sul mare.
Questo tipo di villa venne costruito perché ben si adattava alla morfologia del territorio, infatti possedevano un accesso diretto al mare tramite rampe, scale o gallerie, ma allo stesso tempo collocate su falesie alte decine di metri e quindi possedevano tutti i vantaggi di un’abitazione collocata in collina con una pars rustica dove si coltivava la vite, l’olivo, alberi da frutta e ortaggi vari, ma anche i vantaggi legati al mare con la presenza di peschiere, moli, magazzini ecc.
Spesso queste ville erano di ricchi proprietari che abitavano zone dominanti per godere del magnifico panorama del golfo, infatti la struttura era costruita per godere al massimo della vista del golfo, dei ninfei e delle natatio che impreziosivano le ville.
A differenza di quello che avvenne, sia per le ville rustiche dell’ager Stabianus, sia per le ville d’otium del pianoro di Varano, le ville marittime dopo essere state danneggiate dall’eruzione vesuviana vengono, dopo poco tempo, ripristinate. questo si nota soprattutto nella stratigrafia della villa del Pezzolo nella frazione di Seiano a Vico Equense, tra le più importanti della penisola Sorrentina insieme: alla villa di Agrippa Postumo e quella di Pollio Felice ai “Bagni della Regina Giovanna” entrambe a Sorrento; la villa di Capo Massa in località Villazzano e la villa di Pipiano a Marina della Lobra entrambe nel comune di Massa Lubrense.
Fonti:
P. Mingazzini – F. Pfister, Formae Italiae . Regio I, Surrentum, Firenze 1946.
W. Johannowsky – E. Laforgia – M. Romito – V. Sampaolo, Le ville romane dell’età imperiale, 1986.
M. Russo, Per viscere rupis, vie pubbliche e private in galleria, in tagliata e in trincea di Surrentum, in ATTA, 2004.
AA. VV., Guida geoarcheologica della costa campana ad uso dei naviganti, 2005.
M. Russo, La villa di Capo di Sorrento. Con i fondi agricoli acquistati dal comune, 2006.
A. Cinque, Vico Equense, I ruderi della villa romana. Un percorso per la riscoperta, in Agorà, anno 9 n. 337, 2007.