Per chi si trova in costiera amalfitana ed è interessato ad una parentesi culturale, può recarsi nel comune di Minori (Sa) dove a pochi passi dal litorale si trova una bellissima villa romana. Io stesso, nonostante frequentassi da molto tempo le sue spiagge nel periodo estivo, non sapevo della sua esistenza, avvenuta alcuni anni fa, grazie ad una mia collega di studi universitari.
Questa rientra nella tipologia delle ville marittime e la sua costruzione risale al I secolo d.C. e a differenza delle altre della costiera amalfitana come quella di Positano o quella nelle isolette Lì Galli di cui restano poche tracce, quella di Minori, invece, è ben conservata al piano terra, grazie alle alluvioni e agli scarichi delle case sovrastanti che l’hanno seppellita e preservata. La villa marittima fu scavata completamente nel 1934, ma già nel 1954 fu nuovamente sepolta da un alluvione e nello stesso anno fu immediatamente riscavata.
Gli ambienti che la compongono sono: il viridarium (giardino) con vasca centrale ed è circondata da un triportico con pilastri in mattoni (opus latericium), il resto della villa invece è in opus incertum; il triclinium(triclinio) con ninfeo di quest’ambiente gli stucchi della volta, gli affreschi e soprattutto il pavimento in mosaico (III secolo d.C.) con raffigurazioni di esseri marini cavalcati da Nereidi, sono stati purtroppo deteriorati dall’umidità. A ovest del triclinio ci sono altri ambienti con volta a botte, mentre solo uno presenta la volta a vela che rappresenta uno dei primi esempi del genere. A est invece si trova la zona termale con tepidarium, calidarium, praefurnium e l’apodyterium(spogliatoio).
Del piano superiore restano poche tracce dei mosaici che decoravano il pavimento e una vasca termale. Su questo livello negli anni ’50 del secolo scorso è stato costruito un antiquarium che oltre a possedere materiali della villa, contiene: materiali provenienti da ritrovamenti subacquei e da sequestri.
I pezzi più interessanti dell’antiquarium sono: le anfore, molte delle quali rinvenute negli abissi e che sono riconoscibili grazie alle incrostrazioni di conchiglie. Le anfore trasportavano generalmente olio, vino e garum (una salsa a base di pesce); infine le ancore in piombo anch’esse frutto di ritrovamenti subacquei.
Fonti:
Guida turistica cartacea recuperabile all’interno del sito.
geqgs