Il Fiordo di Furore è un’insenatura che si incunea all’interno della Costiera Amalfitana ed ha un andamento Nord/Sud. Anche se è conosciuto col nome di Fiordo in realtà è una Ria, la differenza tra questi due termini sta nel fatto che, il primo è una valle scavata da un antico ghiacciaio, mentre la Ria è stata scavata da un torrente. Nel caso della Ria di Furore il torrente in questione è lo Schiato che ha scavato la valle per un periodo non inferiore ad un milione di anni.
Furore fece parte del Ducato Amalfitano e per la sua posizione rappresentò un punto di collegamento tra la costa e l’entroterra dalla parte di Lettere, Gragnano e Pimonte, che allora erano i capisaldi di difesa sul versante nord dei Monti Lattari, infatti vi erano collocate tre importanti castelli che, grazie ad un circuito di torri e fortilizi, comunicavano direttamente con Amalfi.
La tradizione vuole che il paese si sia formato grazie all’arrivo di cittadini Amalfitani che, dovendo essere allontanati da Amalfi per le loro idee politiche trovarono ospitalità in questa gola. All’interno del Fiordo, lungo il lato occidentale, troviamo l’antico villaggio dei pescatori a cui nel XVII secolo si accostò una cartiera che utilizzava la corrente del ruscello per essere azionate. Quindi anche Furore, così come altre cittadine della Costiera Amalfitana, aveva una sua cartiera. La sua presenza, visto l’orografia del territorio, era consentita dalla buona accessibilità dal mare e un approdo protetto dai venti e dal mare aperto, che consentiva al prodotto finale (la carta) di viaggiare velocemente in direzione di altri porti.
L’intero Fiordo, dopo essere stato interdetto al pubblico per il forte rischio idrogeologico dal 2017 all’undici Luglio 2020, è oggi aperto ai visitatori.
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